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dei birri che gli stavano a fianco, prendendogli di nuovo il braccio.

“Ohe! che prepotenza è questa?” gridò Renzo, ritirando il braccio. “Oste! oh l’oste!”

“Lo portiam via in camicia?” disse ancora quel birro, volgendosi al notaio.

“Avete inteso?” disse questi a Renzo: “così si farà, se non vi levate subito subito, per venir con noi.”

“E perchè mo?” chiese Renzo.

“Il perchè lo sentirete dal signor capitano di giustizia.”

“Io? Io sono un galantuomo: non ho fatto niente io; e mi stupisco....

“Meglio per voi, meglio per voi; così in due parole sarete sbrigato e potrete andare pei fatti vostri.”

“Mi lascino andare adesso,” disse Renzo: “io non ho nulla da partire colla giustizia.”

“Orsù, finiamola!” disse un birro.

“Lo portiam via da vero?» disse l’altro.

“Lorenzo Tramaglino!” disse il notaio.

“Come sa il mio nome, vossignoria?”

“Fate il vostro dovere,” disse il notaio ai birri, i quali tosto miser le mani addosso a Renzo, per cavarlo del letto.

“Ehi! non toccate la carne d’un galantuomo, che.....! So fare anch’io a vestirmi.”