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questo un misto di sentimenti indefinibile: una certa dolcezza in quel ritorno materiale alle abitudini dell’innocenza; un inasprimento di dolore al pensiero dell’abisso ch’egli aveva posto tra quel tempo e questo; un ardore di giugnere, con opere di espiazione, ad una coscienza nuova, ad uno stato il più vicino alla innocenza, a cui non poteva tornare; una riconoscenza, una fiducia in quella misericordia che ve lo poteva condurre, e gli aveva già dati tanti segni di volerlo. Levatosi poi, si corcò, e prese sonno immediatamente.

Così terminò quella giornata tanto celebre ancora quando scriveva il nostro anonimo: e adesso, s’egli non era, non se ne saprebbe nulla, almeno dei particolari; giacchè il Ripamonti e il Rivola, citati sopra da noi, non dicono se non che quel sì segnalato tiranno, dopo un abboccamento con Federigo, mutò mirabilmente vita, e per sempre. E quanti sono che hanno letto i libri di quei due? Meno ancora di quelli che leggeranno il nostro. E chi sa se nella valle stessa, chi avesse voglia di cercarla, e abilità di trovarla, sarà rimasta qualche stracca e confusa tradizione del fatto? Son nate tante cose da quel tempo in poi!


fine del secondo tomo.