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ben diverso di prima, ma non meno; sempre fuori della schiera comune, sempre capo.
Stavano adunque sbalorditi, incerti l’uno dell’altro, e ognuno di sè. Chi si rodeva, chi faceva disegni del dove sarebbe andato a cercar ricovero e impiego, chi si esaminava se avrebbe potuto adattarsi a diventar galantuomo; quale anche, smosso da quelle parole, se ne sentiva una certa inclinazione; quale, senza risolver nulla, proponeva di prometter tutto a buon conto, di rimanere intanto a mangiare quel pane offerto così di buon cuore, e allora così scarso, e di acquistar tempo: nessuno fiatò. E quando l’innominato, al fine delle sue parole, levò di nuovo quella mano imperiosa ad accennare, che se ne andassero, quatti quatti, come un branco di pecore, presero tutti insieme la via dell’uscio. Egli uscì dietro a loro, e piantatosi prima nel mezzo del cortile, stette a vedere al barlume come si sbrancassero, e ognuno si avviasse al suo posto. Salito poscia a prendere una sua lanterna, percorse di nuovo i cortili, i corridoi, le sale, visitò tutti gli accessi, e quando vide ogni cosa quieto, andò finalmente a dormire. Sì, a dormire; perchè aveva sonno.
Affari intralciati, e insieme urgenti, per quanto ne fosse sempre stato accattatore, non