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bocca, tese a tutta forza l’arco dell’intelletto, cercò, frugò, sentì al di dentro un cozzo d’idee monche e di mezze parole: ma il momento pressava; il cardinale accennava già d’avere interpretato il silenzio: il pover uomo aperse la bocca, e disse: “si figuri!” Altro in quel punto non gli volle venire. Di che non solo rimase avvilito in sul momento; ma sempre poi quel ricordo importuno gli guastava la compiacenza del grande onore ricevuto. E quante volte, tornandovi sopra, e rimettendosi col pensiero in quella circostanza, gli vennero, quasi per dispetto in mente parole che tutte sarebbero state meglio di quell’insulso si figuri! Ma del senno di poi ne son piene le fosse.

Il cardinale partì, dicendo: “la benedizione del Signore sia sopra questa casa.”

Domandò poi quella sera al curato come si sarebbe potuto in modo convenevole compensare quell’uomo, che non doveva essere ricco, della ospitalità costosa, massimamente in quei tempi. Il curato rispose che per verità, nè i guadagni della professione, nè le rendite di certi camperelli che il buon sarto aveva del suo non sarebbero bastate in quell’anno a porlo in istato di esser liberale altrui; ma che avendo fatti avanzi negli anni antecedenti,