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trovata lì sulla strada, appunto quando Lucia vi passava per un caso straordinario: su di che la madre e la figlia si perdevano in congetture, senza mai dar nel segno, anzi senza neppure andarvi presso.
Quanto all’autor principale della trama, sì l’una che l’altra non potevano di meno di non pensare che fosse don Rodrigo.
“Ah anima nera! ah tizzone d’inferno!” sclamava Agnese: “ma verrà la sua ora. Domeneddio gli renderà il merito secondo le opere; e allora proverà anch’egli....”
“No, no, mamma; no!” interruppe Lucia: “non gli augurate di patire, non lo augurate a nessuno! Se sapeste che cosa sia patire! Se aveste provato! No, no! preghiamo piuttosto Dio e la Madonna per lui: che Dio gli tocchi gli cuore, come ha fatto a quest’altro povero signore, che era peggio di lui, e adesso è un santo.”
Il ribrezzo che Lucia provava nel tornare sopra memorie così recenti e così crudeli la fece più d’una volta restare a mezzo; più di una volta ella disse che l’animo non le bastava a continuare, e dopo molte lagrime ripigliò a stento la parola. Ma un sentimento diverso la tenne sospesa a un certo passo della narrazione; al passo del voto. Il timore di