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rimasta a quell’invito così inaspettato, e a quell’annunzio necessariamente monco e confuso d’un pericolo cessato, ma spaventoso, di un caso scuro che il messo non sapeva nè circostanziare, nè spiegare, e per cui ella non aveva un appicco di spiegazione nelle sue idee antecedenti. Dopo essersi cacciate le mani nei capegli, dopo aver gridato più volte: “ah Signore! ah Madonna!” dopo aver fatte al messo varie inchieste a cui questi non aveva di che soddisfare, ella s’era messa in fretta e in furia nel baroccio, continuando per via a sclamare e ad interrogare senza profitto. Ma a un certo punto aveva incontrato don Abbondio che veniva passo innanzi passo, e innanzi ai passi mettendo il bastone. Dopo un “oh!” d’ambe le parti, egli s’era fermato, ella aveva fatto fermare, ed era smontata; e s’eran tratti in disparte in un castagneto che quivi era di costa al cammino. Don Abbondio le aveva dato ragguaglio di ciò che aveva potuto sapere e dovuto vedere. La cosa non era chiara; ma almeno Agnese fu assicurata che Lucia era in salvo; e respirò.
Di poi egli aveva voluto entrare in un altro ragionamento, e darle una lunga istruzione sul come governarsi coll’arcivescovo, se questi, com’era probabile, avesse voluto veder