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“E quella cosa d’oro che aveva in testa....” diceva una ragazzetta.
“Taci lì. A pensare, dico, che un signore di quella sorte, e un uomo tanto sapiente, che, a quel che dicono ha letto tutti i libri che ci sono, cosa a cui non è mai arrivato nessun altro, nè anche in Milano, a pensare che sappia adattarsi a dir su quelle cose in modo che tutti capiscono....”
“Ho ben capito anch’io,” disse l’altra chiacchierina.
“Taci lì: che cosa vuoi tu aver capito tu?”
“Ho capito che spiegava il Vangelo in cambio del signor curato.”
“Taci lì. Non dico di chi sa qualche cosa; che allora uno è obbligato ad intendere; ma anche i più duri d’ingegno, i più ignoranti, tenevano dietro al sentimento. Andate adesso a domandar loro se saprebbero ripetere le parole ch’egli diceva su: sì; non ne raccapezzerebbero una; ma il sentimento lo hanno qui. E senza mai nominare quel signore, come si capiva che voleva parlare di lui! E poi, per capire, sarebbe bastato osservare quando aveva le lagrime agli occhi. E allora tutta la chiesa a piangere...”