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nè oziosa: tutte le sue parole in quel tragitto furono di conforto e di premura per la povera giovane.

“Dio sa da quanto non avete mangiato!”

“Non me ne ricordo più.... Da un pezzo.”

“Poverina! Avete bisogno di ristorarvi.”

“Sì,” rispose Lucia con voce fioca.

“A casa mia, grazie a Dio, troveremo subito qualche cosa. Fatevi animo, che ormai c’è poco.”

Lucia si lasciava poi cader languida sul fondo della lettiga, come assopita; e allora la buona donna la lasciava in riposo.

Per don Abbondio questo ritorno non era certo così angoscioso come l’andata di poco prima; ma non fu neppur esso un viaggio di piacere. Al cessare di quella pauraccia, s’era egli sentito da prima tutto scarico, ma ben tosto cominciarono a dare in fuora cento altri fastidii; come laddove è stato sradicato un grand’albero, il terreno rimane sgombro per qualche tempo, ma in breve si copre tutto d’erbacce. Era diventato più sensitivo a tutto il resto; e tanto nel presente, quanto nei pensieri dell’avvenire non gli mancava pur troppo materia di tormentarsi. Sentiva ora, molto più che nell’andata, l’incomodo di quel modo di viaggiare, al quale non era molto eserci-