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disturbo ch’ella ha a sofferire per cagion mia: ella lo fa per Uno che paga bene, e per questa sua poveretta!”

Quel volto e quelle parole rimisero il cuore in corpo a don Abbondio; il quale, tratto un sospiro che da un’ora gli s’aggirava dentro senza mai trovar l’uscita, rispose, se con voce sommessa non lo domandate: mi burla, vossignoria? Ma, ma, ma, ma....! E accettata la mano che gli veniva così cortesemente offerta, sdrucciolò alla meglio dalla sua cavalcatura. L’innominato prese le redini anche di quella, e insieme colle altre le consegnò al lettighiero, ingiugnedogli che stesse lì fuori aspettando. Tolse una chiave di tasca, aperse la porticina, fece entrare il curato e la donna, entrò anch’egli, si mosse dinanzi a loro, andò alla scaletta; e tutti e tre salirono in silenzio.