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“Da me, voi! Sapete chi sono? V’hanno ben detto il mio nome?”

“E questa consolazione ch’io sento, e che certo vi si manifesta nel mio aspetto, vi par egli ch’io dovessi provarla all’annunzio, alla vista d’uno sconosciuto? Voi siete che me la fate provare; voi, dico, che io avrei dovuto cercare; voi che almeno ho tanto amato e pianto, per cui ho tanto pregato; voi dei miei figli, che pur tutti amo e di cuore, quello che avrei più desiderato di accogliere e di abbracciare, se avessi creduto di poterlo sperare. Ma Dio sa fare egli solo le maraviglie, e supplisce alla debolezza, alla lentezza de’ suoi poveri servi.”

L’innominato stava attonito a quel porgere così infiammato, a quelle parole che rispondevano tanto risolutamente a ciò ch’egli non aveva ancor detto, nè era ben deliberato di dire; e commosso ma sbalordito, taceva. “E che?” ripigliò ancor più affettuosamente Federigo: “voi avete una buona nuova da darmi; e me la fate tanto sospirare?”

“Una buona nuova? Io! Ho l’inferno nel cuore; vi darò una buona nuova? Dite voi, se lo sapete, qual è questa buona nuova che aspettate da un par mio.”

“Che Dio vi ha toccato il cuore, e vuol