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più propriamente si chiama bellezza: l’abitudine dei pensieri solenni e benevoli, la pace interna d’una lunga vita, l’amore degli uomini, la gioia continua d’una speranza ineffabile, vi avevano sostituita una, direi quasi, bellezza senile, che spiccava ancor più in quella magnifica semplicità della porpora.

Egli pure tenne un istante fisso nell’aspetto dell’innominato il suo sguardo penetrante ed esercitato di lunga mano a ritrarre dai sembianti i pensieri; e sotto a quel fosco e a quel turbato parendogli di scoprire sempre più qualche cosa di conforme alla speranza da lui concepita al primo annunzio di una tal visita, tutto animato, “oh!” disse: “che gioconda visita è questa! e quanto vi debbo esser grato d’una sì buona risoluzione, quantunque per me ella abbia un po’ del rimprovero!”

“Rimprovero!” sclamò il signore maravigliato, ma indolcito da quelle parole e da quel modo, e contento che il cardinale avesse rotto il ghiaccio, e avviato un discorso qualunque.

“Certo, m’è un rimprovero,” riprese questi, “ch’io mi sia lasciato prevenire da voi; quando da tanto tempo, tante volte, avrei potuto, avrei dovuto venir, da voi io.”