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che sarebbe da desiderarsi che si vedessero sovente eccessi d’una virtù così libera dalle opinioni dominanti, (ogni tempo ha le sue) così disimpacciata dalla tendenza generale, come in questo caso fu quella che mosse un uomo a dar quattro mila scudi, perchè una giovane non fosse mandata monaca.
La carità inesausta di quest’uomo, non meno che nel dare, spiccava in tutto il contegno. Di facile abbordo ad ogni uomo, egli credeva di dovere specialmente a quelli che si chiamano di bassa condizione un volto gioviale, una cortesia affettuosa; tanto più quanto essi ne trovano meno nel mondo. E qui pure ebbe a tenzonare coi galantuomini del ne quid nimis, i quali avrebbero pur voluto tenerlo a segno, al loro segno. Un di costoro, una volta che, nella visita d’un paese alpestro e salvatico, Federigo istruiva certi poveri figliuoletti, e fra l’interrogare e l’insegnare, gli andava amorevolmente accarezzando, lo avvertì che fosse più cauto in far tante accoglienze a quei ragazzi, perchè erano troppo lordi e stomacosi: come se supponesse, il valentuomo, che Federigo non avesse abbastanza di senso per fare una tale scoperta, o non abbastanza d’acume per cavarne da sè quel consiglio così recondito. Tale è, in certe condizioni di tempi