Pagina:I promessi sposi (1825) II.djvu/286


283

scienze e avviso dei libri migliori che venisser fuora in ogni genere, e farne acquisto; gli diè carico d’indicare agli studiosi le opere che potevano servire al loro intento, ordinò che a questi, fossero cittadini o forestieri, si prestasse il comodo di approfittare dei libri ivi serbati. Una tale intenzione dee ora parere ad ognuno troppo naturale, immedesimata colla fondazione d’una biblioteca: in allora non lo era. E in una storia dell’ambrosiana, scritta (col costrutto e colle eleganze comuni del secolo) da un Pierpaolo Bosca, che vi fu bibliotecario dopo la morte di Federigo, vien notato espressamente, come cosa singolare, che in questa libreria, eretta da un privato, quasi in tutto a sue spese, i libri fossero esposti alla vista di tutti, porti a chiunque li richiedesse, e datogli luogo di sedere a studio, e carta penne e calamaio per far note; mentre in qualche altra insigne biblioteca pubblica d’Italia i libri non erano, non che altro, visibili, ma nascosti entro armadii, donde non si cavavano se non per umanità, com’egli dice, dei presidenti, quando si sentivano di mostrarli un momento; di luogo e di agio ai concorrenti, per istudiare, non se ne aveva pure idea. Dimodochè arricchire tali biblioteche era un sottrarre libri all’uso comune: una di quelle