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alunni che venissero istruiti in quelle facoltà e lingue, per professarle alla volta loro; vi unì una stamperia di lingue orientali, dell’ebraica cioè, della caldea, dell’arabica, della persiana, dell’armena; una galleria di quadri, una di statue, e una scuola delle tre principali arti del disegno. Per queste egli potè trovar professori già formati; pel rimanente, abbiam veduto che briga gli fosse costata la raccolta dei libri e dei manoscritti; certo più difficili a rinvenire dovevano essere i tipi di quelle lingue, allora assai men coltivate in Europa che non al presente; più ancor dei tipi, gli uomini. Basti dire che, di nove dottori, otto ne prese fra i giovani alunni del seminario: dal che si può argomentare che giudizio egli facesse degli studii consumati e delle riputazioni fatte di quel tempo: giudizio conforme a quello che sembra averne portato la posterità, col porre gli uni e le altre in dimenticanza. Negli ordini che lasciò per l’uso e pel governo della biblioteca appare un intento di utilità perpetua, non solamente bello per sè, ma in molte parti sapiente e gentile, assai oltre le idee e le abitudini comuni di quel tempo. Prescrisse al bibliotecario che mantenesse commercio cogli uomini più dotti d’Europa, per averne notizie dello stato delle