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l’antico. Andava dunque cercando le ragioni per cui, prima quasi d’esser pregato, s’era potuto risolvere a pigliar l’impegno di far tanto patire, senza odio, senza timore, una infelice sconosciuta, per servire colui; ma, non che riuscisse a rinvergar ragioni che in quel momento gli paressero buone a scusare il fatto, non veniva quasi a capo d’intender bene il come vi si fosse indotto. Quel volere, piuttosto che una deliberazione, era stato un movimento istantaneo dell’animo obbediente a sentimenti antichi, abituali, una conseguenza di mille fatti antecedenti; e il tormentato esaminator di sè stesso, per rendersi ragione di un sol fatto, si trovò ingolfato nell’esame di tutta la sua vita. Indietro, indietro, d’anno in anno, d’impegno in impegno, di sangue in sangue, di sceleraggine in sceleraggine: ognuna ricompariva all’animo consapevole e nuovo, separata dai sentimenti che l’avevano fatta volere e commettere, ricompariva con una mostruosità che quei sentimenti non vi avevano allora lasciato scorgere. Elle erano tutte sue, elle erano lui: l’orrore di questo pensiero, rinascente ad ognuna di quelle immagini, attaccato a tutte, crebbe fino alla disperazione. Si levò in furia a sedere, gittò in furia le mani alla parete a canto al letto, colse