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a sedere su una scrannaccia, donde gittava verso la poveretta certe occhiate di terrore e d’astio insieme; e poi guardava al suo letto, rodendosi del cruccio di esserne forse esclusa per tutta la notte, e brontolando contra il freddo. Ma ricreava la mente col pensiero della cena, e colla speranza che ve ne sarebbe anche per lei. Lucia non si accorgeva del freddo, non risentiva la fame, e come sbalordita, non aveva de’ suoi dolori, de’ suoi terrori stessi che un sentimento confuso, simile alle immagini sognate da un febbricitante.

Si scosse quando udì bussare; e levando la faccia atterrita gridò: “chi è? chi è? Non venga nessuno!”

“Niente, niente; buona nuova,” disse la vecchia: “è Marta che reca da mangiare.”

“Chiudete, chiudete!” gridava Lucia.

“lh! subito, subito,” rispondeva la vecchia; e presa una cesta dalle mani di quella Marta, la congedò in fretta, richiuse e venne a posare la cesta sur una tavola nel mezzo della stanza. Fe’ poi replicatamente invito a Lucia che venisse a godere di quelle imbandigioni. Adoperava le parole secondo lei più efficaci a far tornare il gusto alla poveretta, prorompeva in esclamazioni sulla squisitezza dei cibi: “di quei bocconi che, quando le