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avere inteso che quella volta non fu l’ultima, non fu che un primo passo in una via d’abbominazione e di sangue. Quella stessa voce, divenuta imperiosa, e direi quasi autorevole pel delitto, le impose ora il sagrificio della innocente che le era data in custodia.

La proposta riuscì spaventosa a Gertrude. Perdere Lucia per un caso impreveduto, senza colpa, le sarebbe paruta una sventura, una punizione amara: e le veniva ingiunto di privarsene con una scelerata perfidia, di convertire in un nuovo rimorso un mezzo di espiazione. La sventurata tentò tutti i modi per esimersi dall’orribile comando; tutti fuorchè il solo che sarebbe stato infallibile, e che era pure in sua mano. Il delitto è un padrone rigido e inflessibile, contra cui non è forte se non chi se ne ribella interamente. A questo Gertrude non voleva risolversi; e obbedì.

Era il giorno stabilito; l’ora convenuta si appressava; Gertrude ritirata con Lucia nel suo parlatorio privato, le faceva più grandi carezze dell’ordinario, e Lucia le riceveva e le contraccambiava con tenerezza crescente: come la pecora, tremolando senza tema sotto la mano del pastore che la palpa e la strascina mollemente, si volge a lambir quella mano: e non sa che fuori del pecorile sta in