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pentito, ma stizzato di averla data. Già da qualche tempo cominciava a provare, se non un rimorso, un cotal tedio delle sue sceleratezze. Quelle tante che erano accumulate, se non su la sua coscienza, almeno nella memoria, si risvegliavano ad ognuna ch’egli commettesse di nuovo, ed apparivano all’animo spiacevoli e troppe: era come crescere e crescere un peso già incomodo. Una certa ripugnanza provata nei primi delitti, e vinta poi e quasi del tutti cessata, tornava ora a farsi sentire. Ma in quei primi tempi l’immagine d’un avvenire lungo, indeterminato, il sentimento d’una vitalità vigorosa, riempivano l’animo di una fiducia spensierata: ora all’opposto, i pensieri dell’avvenire eran quelli che rendevano più noioso il passato. — Invecchiare! Morire! E poi! — E, cosa notabile! l’immagine della morte, che in un pericolo vicino, a fronte d’un nemico, soleva raddoppiar gli spiriti di quell’uomo, e infondergli un’ira piena di coraggio, quella stessa immagine, apparendogli nel silenzio della notte, nella sicurezza del suo castello, gli portava una costernazione repentina. Non era la morte minacciata da un nimico anch’egli mortale; non si poteva respingerla con armi più forti, e con un braccio più pronto; veniva