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nè publica. Più sovente, anzi per l’ordinario, la sua era stata ed era ministra di voleri iniqui, di soddisfazioni atroci, di capricci oltraggiosi. Ma gli usi così diversi di quella forza producevano pure un effetto medesimo, d’imprimere negli animi una grande idea di quanto egli potesse volere ed eseguire in onta dell’equità e dell’iniquità, quelle due cose che frappongono tanti impedimenti alla volontà degli uomini, e li fanno così spesso tornare addietro. La fama dei tiranni ordinarii rimaneva per lo più ristretta in quel picciolo tratto di paese dove erano continuamente, o spesso presenti ad opprimere: ogni distretto aveva i suoi; e si rassomigliavan tanto, che non v’era ragione perchè la gente si occupasse di quelli di cui non sentiva il peso e l’infestazione. Ma la fama di questo nostro era già da gran tempo diffusa in ogni angolo del milanese: da per tutto la sua vita era un soggetto di racconti popolari; e il suo nome significava qualche cosa di strapotente, di scuro, di favoloso. Il sospetto che da per tutto si aveva de’ suoi collegati e de’ suoi sicarii contribuiva pure a tener viva da per tutto la memoria di lui. Non erano più che sospetti; giacchè, chi avrebbe professata apertamente una tale dipendenza? ma ogni tiranno poteva