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E quando il conte tacque ed ebbe messo un lungo soffio, che equivaleva ad un punto fermo, “capisco benissimo,” disse il provinciale, “quel che vuol dire il signor conte: ma prima di fare un passo....”
“È un passo e non è un passo, padre molto reverendo: è una cosa naturale, una cosa ordinaria; se non si viene a questo, e subito, io prevedo un monte di disordini, un’iliade di guai. Uno sproposito.... mio nipote non crederei.... ci son io, per questo.... Ma, al punto a cui la faccenda è arrivata, se non la tronchiamo fra noi, senza perder tempo, con un colpo netto, non è possibile che si fermi, che resti segreta..... e allora non è più solamente mio nipote.... Destiamo un vespaio, padre molto reverendo. Ella vede: siamo una casa, abbiamo attinenze.....”
“Cospicue.”
“Ella m’intende: tutta gente che ha sangue nelle vene, e che a questo mondo.... è qualche cosa. C’entra il puntiglio, diviene un affare comune; e allora.... anche chi è amico della pace..... Sarebbe un vero crepacuore per me di dovere..... di trovarmi.... io che ho sempre avuta tanta propensione pei padri cappuccini....!