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delitto: il paese è sossopra. A poco a poco si viene a sapere che Renzo è scappato alla giustizia, nel bel mezzo di Milano, e poi scomparso; si bucina che abbia fatto qualche cosa di grosso; ma la cosa poi non si sa dire, o si dice in cento maniere. Quanto più è grossa, tanto meno vien creduta nel paese, dove Renzo è conosciuto per un giovane dabbene: i più presumono, e vanno susurrandosi agli orecchi l’un dell’altro, ch’ella è una macchina mossa da quel prepotente di don Rodrigo, per rovinare il suo povero rivale. Tanto è vero che, a giudicare per induzione, e senza la necessaria conoscenza dei fatti, si fa alle volte gran torto anche ai ribaldi.
Ma noi, coi fatti alla mano, come si suol dire, possiamo affermare, che se colui non aveva avuto parte nella sciagura di Renzo, se ne compiacque però, come se ella fosse opera sua, e ne trionfò coi suoi fidati, e principalmente col conte Attilio. Questi, secondo i suoi primi disegni, avrebbe dovuto a quell’ora trovarsi già in Milano; ma al primo annunzio del bolli bolli che vi si era levato, e della canaglia che vi andava in volta, in tutt’altra attitudine che di ricever bastonate, aveva stimato bene d’indugiarsi fuori, fino a migliori notizie. Tanto più che, avendo offeso molti,