Pagina:I promessi sposi (1825) II.djvu/17

15


diffonde nei magazzini interni. S’aggrappano, si trassinano sacca; altri ne riversa uno, ne scioglie la bocca, e per ridurlo ad un carico da potersi portare, getta via una parte della farina; altri, gridando “aspetta, aspetta,” si fa sotto a raccogliere con drappi, cogli abiti, di quello sciupìo; altri si getta sur una madia, e fa un bottino di pasta, che s’allunga e gli scappa da ogni parte; altri che ha conquistato un burattello, ne lo porta sollevato in aria: chi va, chi viene, chi maneggia: uomini, donne, fanciulli, spinte, rispinte, grida, e un bianco polverio che per tutto si posa, per tutto si solleva, e tutto involve e annebbia. Al di fuori, una calca composta di due processioni opposte, che si spezzano e s’intralciano a vicenda, di chi esce colla preda, e di chi vuol entrare a farne.

Mentre quel forno veniva così disertato, nessun altro della città era quieto e senza pericolo. Ma a nessuno la gente si addensò in numero tale da poter tutto osare; in alcuni, i padroni avevan fatto un po’ di massa d’ausiliarii, e stavano sulla difesa; altrove, men forti di numero, o più impauriti, venivano in certo modo a patti: distribuivano pane a quei che si erano cominciati ad affollare dinanzi alle botteghe, con questo che se ne andassero.