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alla bocca, e vi fe’ scorrer sopra un picciol soffio.

“Non fa nulla,” disse Bortolo: “ne ho io; e sta di buon animo, che presto presto, mutandosi le cose, se Dio vorrà, me li renderai, e ne avanzerai anche per te.”

“Ho un po’ di scorta a casa; e me li farò mandare.”

“Va bene; e intanto fa’ conto di me. Dio m’ha dato del bene, perchè faccia del bene; e se non ne fo ai parenti ed amici, a chi ne farò?”

“L’ho detto io della Provvidenza?” sclamò Renzo, stringendo affettuosamente la mano al buon cugino.

“Dunque,” ripigliò questi,“ in Milano hanno fatto tutto quel chiasso. Mi paiono un po’ matti coloro. Già ne era corsa la voce anche qui; ma voglio che mi racconti poi la cosa più per minuto. Eh, ne abbiamo delle cose da discorrere. Qui però, vedi, la va più quietamente, e si fanno le cose con un po’ più di giudizio. La città ha comperate due mila some di frumento da un mercante che sta a Venezia: frumento che viene dalla Turchia; ma quando si tratta di mangiare, non la si guarda tanto nel sottile. Vedi mo che cosa nasce: