Pagina:I promessi sposi (1825) II.djvu/156

154

distinta, “è egli Bergamo,” disse, “quel paese?”

“La città di Bergamo,” rispose il pescatore.

“E quella riva lì, e bergamasca?”

“Terra di san Marco.”

“Viva san Marco!” sclamò Renzo. Il pescatore non disse nulla.

Toccano finalmente quella riva; Renzo vi si getta; ringrazia Dio in cuore, e poi colla bocca il barcaiuolo; mette le mani in tasca, cava una berlinga, che, attese le circostanze, non fu un picciolo sproprio, e la porge al galantuomo; il quale, data ancora una occhiata alla riva milanese e al fiume di sopra e di sotto, stese la mano, pigliò il dono, lo ripose, poi strinse le labbra, e per soprappiù vi mise l’indice in croce, con una gran significazione di tutta la cera, e disse poi: “buon viaggio,” e se ne tornò.

Perchè la così pronta e discreta cortesia di costui verso uno sconosciuto non faccia troppa maraviglia al lettore, dobbiamo informarlo che quell’uomo, richiesto sovente di un simile servigio da frodatori e da banditi, era avvezzo a prestarlo, non tanto per amore del poco ed incerto guadagno che gliene poteva venire, quanto per non farsi dei nemici in quelle