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Rappresentandosi il buon frate, egli sentiva più vivamente la vergogna delle scappate della turpe intemperanza, dei bel conto tenuto dei paterni consigli di lui; e contemplando l’immagine di Lucia non ci proveremo a dir ciò ch’egli sentisse: il lettore conosce le circostanze; se lo figuri. E quella povera Agnese, non la dimenticava già egli, quella Agnese, che lo aveva pure scelto, che lo aveva già considerato come una cosa colla sua unica figliuola, e prima di ricevere da lui il titolo di madre ne aveva assunto il linguaggio e il cuore, e dimostrata colle opere la sollecitudine. Ma era un dolore di più, e non il meno pugnente, quel pensiero, che in grazia appunto di così amorevoli intenzioni, di tanta benevolenza, la povera donna si trovava ora snidata, quasi raminga, incerta dell’avvenire, e raccoglieva guai e travagli da quelle cose appunto da cui aveva sperato il riposo e la giocondità degli ultimi suoi anni, che notte, povero Renzo! Quella che doveva esser la quinta delle sue nozze! Che stanza! che letto matrimoniale! E dopo qual giorno! E per giugnere a qual domani, a qual serie di giorni! — Quel che Dio vuole, — rispondeva egli ai pensieri che più imperversavano: — quel che Dio vuole. Egli sa quello che fa: c’è