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lontano da quell’osteria, da quel paese; e più di dieci volte aveva detto a sè stesso: andiamo, andiamo. Ma quella paura di non dar sospetto, cresciuta allora oltremodo e fatta tiranna di tutti i suoi pensieri, lo aveva tenuto altrettante inchiodato in su la panca. In quella perplessità, pensò che il ciarlone doveva poi finirla di parlare di lui, e concluse seco stesso di muoversi tosto che sentisse appiccato un altro discorso.

“E per questo,” disse uno della brigata, “io che so come vanno queste faccende, e che nei tumulti i galantuomini non vi stanno bene, non mi sono lasciato vincere dalla curiosità, e sono rimasto quieto a casa mia.”

“E io, mi son mosso?” disse un altro.

“Io?” soggiunse un terzo “se per caso mi fossi trovato in Milano, avrei lasciato imperfetto qualunque negozio, e sarei tornato subito a casa. Ho moglie e figli; e poi, dico la verità, i baccani non mi piacciono.” A questo punto l’oste, che era stato anch’egli a udire, andò verso l’altro capo del desco, per vedere che cosa faceva quel forestiere. Renzo colse il bello, chiamò l’oste a sè con un cenno, gli chiese il conto, lo saldò senza tirare, quantunque le acque fosser basse assai;