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“Ma senta, ma senta,” ripeteva indarno Renzo: il dottore, sempre baiando, lo sospingeva con le mani verso la porta; e cacciato che ve l’ebbe, la spalancò, chiamò la serva, e le disse: “restituite subito a quest’uomo quello che ha portato: io non voglio niente, non voglio niente.” Quella donna non aveva mai, in tutto il tempo ch’era stata in quella casa, eseguito un ordine simile: ma era stato proferito con una tale risoluzione, ch’ella non esitò ad obbedire. Prese le quattro povere bestie, e le diede a Renzo, con un piglio di compassione sprezzante che pareva volesse dire: bisogna che tu l’abbia fatto ben grosso il marrone. Renzo voleva far cerimonie; ma il dottore fu inespugnabile; e quegli attonito e trasognato e più stizzato che mai, dovette ripigliarsi le vittime rifiutate e partirsi e tornarsene al paese a riferire alle donne il bel costrutto della sua spedizione.

Le donne, nella sua assenza, dopo aver tristamente cangiate le vesti nuziali coll’umile abito quotidiano, si misero a consultare di nuovo, Lucia singhiozzando e Agnese sospirando. Quando questa ebbe ben parlato dei grandi effetti che si dovevano sperare dai consigli del dottore, Lucia disse, che bisognava vedere d’aiutarsi in tutti i modi; che il padre