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cosa, ora ad un’altra, e per indugiare tanto che passasse altra gente del paese avviata a quella volta, e per fare la strada di compagnia con loro; perchè dopo quell’incontro le strade mi facevano tanta paura ....”

Al nome riverito del padre Cristoforo, lo sdegno di Agnese si raddolcì. “Hai fatto bene”, diss’ella, “ma perchè non raccontar tutto anche a tua madre?”

Lucia aveva avute due buone ragioni: l’una di non contristare nè spaventare la buona donna, per cosa alla quale essa non avrebbe potuto trovar provvedimento; l’altra di non mettere a rischio di viaggiare per molte bocche una storia che voleva essere gelosamente sepolta: tanto più che Lucia sperava che le sue nozze avrebbero troncata, sul principiare, quella abbominata persecuzione. Di queste due ragioni ella non allegò che la prima.

“E a voi,” diss’ella poi, rivolgendosi a Renzo con quella voce che vuol far riconoscere ad un amico ch’egli ha avuto il torto: “e a voi doveva io parlare di questo? Pur troppo lo sapete ora!”

“E che ti ha detto il padre?” domandò Agnese.

“M’ha detto ch’io cercassi di affrettare le nozze il più che potrei, e intanto mi stessi