Pagina:I promessi sposi (1825) I.djvu/71

66

avrebbe creduto che le cose potessero arrivare a questo segno!” E con voce rotta dal pianto raccontò come, pochi giorni prima, mentre ella tornava dalla filanda, ed era rimasta addietro dalle sue compagne, le era passato innanzi don Rodrigo, in compagnia d’un altro signore; che il primo aveva cercato di trattenerla con chiacchiere, com’ella diceva, non mica belle; ma essa, senza dargli retta, aveva affrettato il passo e raggiunte le compagne; e intanto aveva sentito quell’altro signore rider forte, e don Rodrigo dire: scommettiamo. Il giorno appresso coloro s’erano pur trovati sulla strada, ma Lucia era nel mezzo delle compagne con gli occhi bassi; e l’altro signore sghignazzava, e don Rodrigo diceva: vedremo, vedremo. “Per grazia del cielo,” continuò Lucia, “quel giorno era l’ultimo della filanda. Io raccontai subito ...”

“A chi hai raccontato?” domandò Agnese, andando incontro, non senza un po’ di sdegno, al nome del confidente preferito.

“Al padre Cristoforo, in confessione, mamma,” rispose Lucia, con un accento soave di scusa. “Gli raccontai tutto l’ultima volta che siamo andate insieme alla chiesa del convento: e se avete posto mente, quella mattina io andava mettendo mano ora ad una