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Renzo intanto camminava a passo concitato verso casa, senza aver determinato quel che dovesse fare, ma con una smania addosso di far qualche cosa di strano e di terribile. I provocatori, i soperchianti, tutti coloro che in qualunque modo fanno torto altrui, sono rei non solo del male che commettono, ma del pervertimento ancora a cui portano gli animi degli offesi. Renzo era un giovane pacifico e alieno dal sangue, un giovane schietto e abborritore d’ogni insidia; ma in quei momenti il suo cuore non batteva che per l’omicidio, la sua mente non era occupata che a fantasticare un tradimento. Avrebbe voluto correre alla casa di don Rodrigo, afferrarlo pel collo, e.... ma gli sovveniva ch’ella era come una fortezza, guernita di bravi al di dentro, e guardata al di fuori, che i soli amici e servitori ben conosciuti vi entravano liberamente, senza essere squadrati dal capo ai piedi; che un artigianello sconosciuto non vi porrebbe il piede senza un esame, e ch’egli sopra tutto....... egli vi sarebbe forse troppo conosciuto. S’immaginava allora di prendere il suo archibugio, di appiattarsi dietro una siepe, aspettando se mai, se mai colui venisse a passare soletto; e internandosi con feroce compiacenza in quella immaginazione, si figurava di sentire una