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si pentiva anche dell’aver ciarlato con Perpetua. Fuggire? Dove? E poi? Quanti impacci, e quanti conti da rendere! Ad ogni partito che rifiutava, il poveretto si volgeva sull’altro lato. Il partito che gli parve migliore fu di guadagnar tempo, dando ciance a Renzo. Gli sovvenne a proposito, che pochi giorni mancavano al tempo proibito per le nozze, — e se posso tenere a bada per questi pochi giorni quel ragazzone, ho poi due mesi per me; e in due mesi e’ può nascere di gran cose. — Ruminò pretesti da porre in campo; e benchè gli paressero un po’ leggieri, pure si andava rassicurando col pensiero che l’autorità sua gli avrebbe fatti parere di giusto peso, e che la sua antica esperienza gli darebbe gran vantaggio sur un giovanetto ignorante. — Vedremo, diceva tra se: egli pensa all’amorosa; ma io penso alla pelle: il più interessato son io, lasciando stare ch’io sono il più accorto: Figliuol caro, se tu ti senti il bruciore addosso, non so che dire; ma io non voglio andarne di mezzo. — Fermato così un po’ l’animo ad una deliberazione, potè finalmente chiuder occhio: ma che sonno! che sogni! Bravi, don Rodrigo, Renzo, viottoli, rupi, fughe, inseguimenti, grida, schioppettate.

Il primo svegliarsi dopo una sciagura, e in