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“Ci penserò io,” rispose brontolando don Abbondio “sicuro, io ci penserò, io ci ho da pensare.” E si alzò, continuando “non voglio prender niente; niente: ho altra voglia: lo so anch’io che a me tocca pensarci. Ma! la doveva venire in capo proprio a me!”

“Mandi almen giù quest’altra gocciola,” disse Perpetua, mescendo. “Ella sa che questo le racconcia sempre lo stomaco.”

“Eh! ci vuol altro cerotto, ci vuol altro cerotto, ci vuol altro cerotto.”

Così dicendo prese il lume, e brontolando sempre: “una picciola bagattella! ad un galantuomo par mio! e domani come andrà?” ed altre simili lamentazioni, si avviò alla sua camera per coricarsi. Giunto in su la soglia, ristette un momento, si rivolse indietro verso Perpetua, si pose l’indice sulle labbra, e disse con tuono lento e solenne “per amor del cielo!” e disparve.