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“Non è in convento.”

“Mi lasci entrare, che lo starò aspettando,” replicò Renzo.

“Fate a mio modo,” riprese il frate: “andate ad aspettare in chiesa, che intanto potrete fare un po’ di bene. In convento non s’entra, per al presente.” E detto questo, richiuse lo sportello. Renzo rimase goffo colla sua lettera in mano. Fe’ dieci passi verso la porta della chiesa per seguire il consiglio del portinaio; ma poi pensò di dar prima un’altra occhiata al garbuglio. Attraversò la piazzetta, si portò sull’orlo della via, e colle braccia incrocicchiate sul petto, si fermò a guardare a sinistra verso l’interno della città, dove il rimescolamento era più folto e più clamoroso. Il vortice attrasse lo spettatore. — Andiamo a vedere, — pensò egli, trasse di nuovo il pane, e sbocconcellando, si mosse verso quella parte. Intanto ch’e’ s’incammina, noi racconteremo brevemente al possibile le cagioni e i principii di quello sconvolgimento.


fine del tomo primo.