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suo degno padrone la notizia desiderati: ed ecco per qual modo.

Una delle più grandi consolazioni di questa vita è l’amicizia, e una delle consolazioni dell’amicizia è quell’avere a cui confidare un segreto. Ora, gli amici non son divisi per coppie come i coniugi; ognuno, generalmente parlando, ne ha più d’uno: il che forma una catena, di cui nessuno potrebbe trovare il capo. Quando adunque un amico si procura quella consolazione di deporre un segreto nel seno d’un altro, dà a costui la voglia di procurarsi la stessa consolazione alla sua volta. Lo prega, è vero, di non dir nulla a nessuna; e una tal condizione, chi la prendesse nel senso rigoroso delle parole, troncherebbe immediatamente il corso delle consolazioni. Ma la pratica generale ha voluto ch’ella obblighi soltanto a non confidare il segreto che ad un amico egualmente fidato, e imponendogli la condizione medesima. Così d’amico fidato in amico fidato, il segreto gira e gira per quella immensa catena, tanto che giunge all’orecchio di colui o di coloro a cui il primo che ha parlato intendeva appunto di non lasciarlo giunger mai. Avrebbe però ordinariamente a stare un gran pezzo in via, se ognuno non avesse che due amici: quello che gli dice e