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tuomo, un uomo che sa il suo dovere, e appunto quando s’ha che fare con persone tali, bisogna aver più cura di non le mettere in impicci. Se un paltoniere di console fa una deposizione, il podestà, per quanto sia ben intenzionato, bisogna pure che...

“Ma voi,” interruppe con un po’ di stizza don Rodrigo, “voi guastate le mie faccende con quel vostro contraddirgli in tutto, e dargli sulla voce, e canzonarlo anche all’occorrenza. Che diavolo, che un podestà non possa esser bestia e ostinato, quando nel rimanente è un galantuomo!”

“Sapete, cugino,” disse guardandolo con un occhio di maraviglia beffarda il conte Attilio, “sapete voi, ch’io comincio a credere che abbiate un po’ di paura? Mi pigliate sul serio anche il podestà....

“Via via, non avete detto voi stesso che bisogna tener conto....?

“L’ho detto: e quando si tratta d’un affare serio, vi farò vedere che non sono un ragazzo. Sapete che cosa mi basta l’animo di fare per voi? Son uomo da andare in persona a far visita al signor podestà. Ah, sarà egli contento dell’onore? E son uomo da lasciarlo parlare per mezz’ora del conte duca, e del nostro signor castellano