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CAPITOLO XI.
Come un branco di segugi, dopo d’aver tracciata indarno una lepre, tornano sbaldanziti verso il padrone, coi musi bassi e colle code spenzolate, così in quella scompigliata notte tornavano i bravi al palazzotto di don Rodrigo. Egli passeggiava innanzi e indietro al buio per una stanzaccia disabitata del piano superiore, che guardava sulla spianata. Tratto tratto si fermava a tender l’orecchio, a traguardare per le fessure delle imposte sdrucite; pieno d’impazienza e non scevro d’inquietudine, non solo per l’incertezza della riuscita, ma anche per le conseguenze possibili; perchè ell’era la più grossa e la più arrischiata a cui il valentuomo avesse ancor mosso mano. Si andava però rassicurando col pensiero delle precauzioni prese perchè non rimanesse alcun indizio del fatto suo. — Quanto ai sospetti, me ne rido. Vorrei un po’ sapere chi sarà