di cento esecutori; le procedure studiate soltanto a liberare il giudice da ogni cosa che potesse essergli d’impedimento a proferire una condanna: gli squarci che abbiamo riportati delle gride contra i bravi, ne sono un picciolo, ma fedel saggio. Con tutto ciò, anzi in gran parte per ciò, quelle gride ripublicate e rinforzate di governo in governo, non servivano ad altro che ad attestare ampollosamente l’impotenza dei loro autori; o se producevano qualche effetto immediato, egli era principalmente di aggiungere molte vessazioni a quelle che i pacifici e i deboli sofferivano dai perturbatori, e di crescere le violenze e l’astuzia di questi. L’impunità era organizzata, ed aveva radici che le gride non toccavano, o non potevano smuovere. Tali erano gli asili, tali i privilegi d’alcune classi, in parte riconosciuti dalla forza legale, in parte tollerati con astioso silenzio, o negati con vane proteste, ma sostenuti di fatto e guardati da quelle classi e quasi da ogni individuo, con attività d’interesse, e con gelosia di puntiglio. Ora, questa impunità minacciata ed insultata, ma non distrutta dalle gride, doveva naturalmente ad ogni minaccia, e ad ogni insulto, adoperar nuovi sforzi e nuovi ingegni per conservarsi. Così accadeva in fatti; e all’apparire