Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
300 |
drina d’una figlia della nostra casa: ognuna, mi do a credere, sarà per tenere ad onore di essere la preferita: scegliete voi.”
Gertrude sentiva bene che lo scegliere era dare un nuovo consenso; ma la proposta veniva fatta con tanto apparato, che il rifiuto avrebbe avuto sembiante di disprezzo, e lo scusarsi, di sconoscenza o di fastidiosaggine. Fece ella adunque anche quel passo, e nominò la dama che in quella sera le era andata più a genio, quella cioè che le aveva fatte più carezze, che l’aveva più lodata, che l’aveva trattata con quei modi famigliari, affettuosi, e premurosi che nei primi momenti d’una conoscenza contraffanno una antica amicizia. “Ottima scelta,” sclamò il principe, che desiderava ed aspettava quella appunto. Fosse arte o caso, era avvenuto come quando il giuocator di mano facendovi scorrere dinanzi agli occhi le carte d’un mazzo, vi dice che ne pensiate una, ed egli poi ve la indovinerà; ma le ha fatte scorrere in modo che voi ne veggiate una sola. Quella dama era stata tanto attorno a Gertrude tutta la sera, l’aveva tanto occupata di sè, che a questa sarebbe abbisognato uno sforzo di fantasia per pensarne un’altra. Tante premure poi non erano senza motivo: la dama aveva da molto tempo