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la tavola. Gertrude passò fra gl’inchini dei servi che accennavano di congratularsi per la guarigione, e trovò alcuni parenti più prossimi che erano stati in fretta convitati per farle onore e per rallegrarsi con lei delle due buone notizie, la ricuperata salute e la spiegata vocazione.

La sposina (così si chiamavano le giovani monacande, e Gertrude al suo apparire fu da tutti salutata con quel nome) la sposina ebbe che fare assai di rispondere ai complimenti che le erano indirizzati. Sentiva ben ella che ognuna di quelle risposte era come un’accettazione e una conferma; ma come rispondere diversamente? Levate le mense, poco si stette che venne l’ora del passeggio. Gertrude entrò in una carrozza colla madre e con due zii che erano stati del convito. Dopo un solito giro, si riuscì alla strada Marina, che allora attraversava lo spazio occupato ora dai giardini pubblici, ed era il raddotto dove i signori venivano in cocchio a ricrearsi delle fatiche della giornata. Gli zii parlarono molto a Gertrude, come era convenevole in quel giorno: e uno di essi che più dell’altro pareva conoscere ogni persona, ogni carrozza, ogni livrea, ed aveva ogni momento qualche cosa da dire del signor tale e della signora