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smemorata. Ora ripensava come mai quel sì che le era scappato avesse potuto significar tanto, ora cercava se vi fosse un modo di ripigliarlo, di ristringerne il senso; ma la persuasione, del principe pareva così intera, la sua gioia così gelosa, la benignità così condizionata, che Gertrude non osò proferire una parola che potesse turbarle menomamente.

Sopravvennero in breve i due chiamati, e veggendo ivi Gertrude, l’affisarono con un volto incerto e maravigliato. Ma il principe con un contegno lieto e amorevole che ne prescriveva loro un simigliante “ecco”, disse, “la pecora smarrita: e intendo che questa sia l’ultima parola che richiami tristi memorie. Ecco la consolazione della famiglia. Gertrude non ha più bisogno di consigli; quello che noi desideravamo per suo bene, l’ha voluto ella spontaneamente. È risoluta, mi ha fatto intendere che è risoluta......” A questo passo alzò ella al padre uno sguardo tra atterrito e supplichevole, come per chiedere ch’egli sospendesse, ma egli proseguì francamente: “che è risoluta di prendere il velo.”

“Brava! bene!” sclamarono ad una voce la madre e il figlio, e l’uno dopo l’altra abbracciarono Gertrude, la quale ricevette queste