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inchino, e disse: “se mi sapessero suggerire....”
“Oh! suggerire a lei che sa di latino!” interruppe ancora il bravo, con un riso tra lo sguaiato e il feroce. “A lei tocca. E sopra tutto non si lasci uscir parola su questo avviso che le abbiam dato per suo bene; altrimenti..... ehm..... sarebbe lo stesso che fare quel tal matrimonio. Via, che vuol ella che si dica in suo nome all’illustrissimo signor don Rodrigo?”
“Il mio rispetto....”
“Si spieghi, signor curato.”
“.... Disposto.... disposto sempre alla ubbidienza.” E proferendo queste parole, non sapeva bene egli stesso se dava una promessa, o se gittava un complimento comunale. I bravi le presero o mostrarono di prenderle nel significato più serio.
“Benissimo; e buona notte, signor curato,” disse l’un d’essi, in atto di partire col compagno. Don Abbondio, che pochi momenti prima avrebbe dato un occhio del corpo per iscansarli, allora avrebbe voluto prolungare la conversazione e le trattative. “Signori.....” cominciò egli, chiudendo il libro ad ambe mani; ma quelli, senza più dargli udienza, presero la strada donde egli era venuto, e si