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dimento istantaneo; si lasciava vedere nell’aria un altro castigo oscuro, indeterminato, e quindi più spaventoso.

Il paggio fu tosto sfrattato, come era dovere; e gli fu minacciato qualche cosa pur di terribile se in nessun tempo avesse osato fiatar nulla dell’avvenuto. Nel fargli questa intimazione, il principe gli appoggiò due solenni schiaffi, per associare a quella avventura un ricordo che togliesse al ragazzaccio ogni tentazione di vantarsene. Un pretesto qualunque per onestare la espulsione d’un paggio non era difficile da trovarsi: quanto alla figlia, si disse ch’ella era incomodata.

Si rimase ella dunque col battimento, con la vergogna, col rimorso, col terrore dell’avvenire, e con la sola compagnia di quella donna ch’ella odiava come il testimonio della sua colpa e la cagione della sua disgrazia. Costei odiava poi a vicenda Gertrude, per la quale si trovava ridotta, senza sapere per quanto tempo, alla vita noiosa di carceriera, e divenuta per sempre custode d’un segreto pericoloso.

Il primo confuso tumulto di quei sentimenti si acquetò a poco a poco; ma ognun d’essi, tornando alla sua volta nell’animo, vi s’ingrandiva, e si fermava a tormentarlo più