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La clausura era stretta e intera in casa come nel monastero; di uscire a diporto non si parlava nè pure; e una tribuna che dalla casa guardava in una chiesa contigua toglieva anche l’unica necessità che vi sarebbe stata di metter piede nella via. La compagnia era più trista, più scarsa, meno svariata che nel monastero. Ad ogni annunzio di una visita, Gertrude doveva salire a chiudersi con alcune vecchie donne di servigio: quivi anche pranzava ogni volta che vi fosse convito. La famiglia dei serventi si conformava nelle maniere e nei discorsi per esempio e alle intenzioni della famiglia padrona: e Gertrude, che, per sua inclinazione avrebbe voluto trattarli con una dimestichezza signorile e incomposta, e che nello stato in cui si trovava, avrebbe avuto di grazia che le facessero qualche dimostrazione di benevolenza alla pari, e scendeva a mendicarne, era poi umiliata, e sempre più afflitta di vedersi corrisposta con una noncuranza manifesta, benchè accompagnata da un leggiero ossequio di formalità. Dovette però accorgersi che un paggio ben diverso da coloro, le portava un rispetto, e sentiva per lei una compassione d’un genere particolare. Il contegno di quel ragazzotto era ciò che Gertrude aveva ancora veduto di più simigliante