Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
254 |
Queste cose non facevano caso nella mente delle due donne non esercitate a discernere monaca da monaca: e il padre guardiano che non vedeva la signora per la prima volta, era già avvezzo, come tanti altri, a quel non so che di strano che appariva nei modi, e nell’abito di lei.
Ella stava in quel momento, come abbiam detto, in piedi presso la grata, appoggiata languidamente a quella con una mano, intrecciando le bianchissime dita nei fori, e con la faccia alquanto curvata, osservando quelli che si avanzavano. “Reverenda madre, e signora illustrissima,” disse il guardiano con la fronte china, e con la destra stesa sul petto: “questa è la povera giovane, per la quale ella mi ha fatto sperare la sua valida protezione; e questa è la madre.”
Le due presentate facevano grandi inchini: la signora fece lor cenno della mano che bastava, e disse rivolta al padre: “è una buona ventura per me il poter far cosa di aggradimento ai nostri buoni amici i padri cappuccini. Ma,” continuò, “mi dica un po’ più particolarmente il caso di questa giovane, ond’io vegga meglio che si possa fare per essa.”
Lucia arrossò, e chinò la faccia sul seno.