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fra pochi momenti sua moglie. Ora, svanito così dolorosamente quel sogno, ella si pentiva di essere trascorsa così oltre, e fra tante cagioni di trepidare, trepidava pur anche per quel pudore che non nasce dalla trista scienza del male, per quel pudore che ignora sè stesso, somigliante alla paura del fanciullo che trema nelle tenebre senza saper di che.

“E la casa?” disse un tratto Agnese. Ma per quanto la cura che le strappava quella esclamazione fosse importante, nessuno rispose, perchè nessuno poteva darle una risposta soddisfacente. Continuarono in silenzio il lor cammino e poco dopo sbucarono finalmente ad una piazzetta dinanzi alla chiesa del convento.

Renzo si fece alla porta della chiesa, e la sospinse bel bello. La porta di fatto si aperse, e la luna, entrando per lo spiraglio illuminò la faccia pallida, e la barba d’argento del padre Cristoforo, che stava quivi ritto in aspettazione. Visto che nessuno vi mancava, “Dio sia benedetto!” diss’egli, e fece lor cenno che entrassero. A canto a lui stava un altro cappuccino, ed era il laico sagrestano, ch’egli con preghiere e con ragioni, aveva persuaso a vegliar con lui, a lasciar socchiusa la porta, e a starvi in sentinella per accogliere quei