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misteriosi; e per informarnelo ordinatamente, noi dobbiamo tornare un passo addietro, e ritrovare don Rodrigo, che abbiamo lasciato ieri dopo il pranzo, soletto in una sala del suo palazzotto, al partire del padre Cristoforo.

Don Rodrigo, come abbiam detto, misurava innanzi e indietro a gran passi quella sala, dalle pareti della quale pendevano ritratti di famiglia, di varie generazioni. Quando si trovava col muso ad una parete, e dava di volta, si vedeva in faccia un suo antenato guerriero, terrore dei nemici e de’ suoi soldati, torvo nella guardatura, i corti capegli irti sulla fronte, le basette tirate e appuntate che sporgevano dalle guance, il mento obliquo: ritto in piedi l’eroe, colle gambiere, coi cosciali, colla corazza, coi bracciali, coi guanti, tutto di ferro, colla destra compressa sul fianco, e la manca mano sul pomo della spada. Don Rodrigo lo guardava, e quando gli era arrivato sotto e voltava, ecco in faccia un altro antenato magistrato, terrore dei litiganti, seduto sur un’alta scranna di velluto rosso, involto in un’ampia toga nera, tutto nero fuorchè un collare bianco con due larghe facciuole, e una fodera di zibellino arrovesciata (era il distintivo dei senatori, e non lo