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tornò, e uscì per la porta che gli veniva indicata, scusandosi con una sommessione, con una umiltà affettata, che stentava a collocarsi nei lineamenti rubesti e duri di quella faccia. Dopo costui, continuarono a farsi vedere di tempo in tempo altre strane figure. Che razza d’uomini fossero, non si sarebbe potuto trovar facilmente, ma non si poteva creder neppure che fossero quegli onesti viandanti che volevano parere. Quale entrava col pretesto di chiedere della via; altri giunti dinanzi alla porta allentavano il passo, e sogguardavano a traverso il cortile nella stanza, come chi vuol vedere senza dar sospetto. Finalmente verso il mezzogiorno, quella fastidiosa processione finì. Agnese si alzava di tempo in tempo, attraversava il cortile, si faceva all’uscio di strada, guatava a dritta e a sinistra, e tornava dicendo: “nessuno:” parola ch’ella proferiva con piacere, e che Lucia con piacere intendeva senza che nè l’una nè l’altra sapessero ben chiaramente il perchè. Ma ne rimase ad entrambe una perturbazione indeterminata che portò lor via, e alla figlia principalmente, una gran parte del coraggio che avevan messo in serbo per la sera.

Convien però che il lettore sappia qualche cosa di più preciso intorno a quei ronzatori