Pagina:I promessi sposi (1825) I.djvu/183


177


“Che volete dire?” sclamò Agnese.

“Che bisogno c’è di dire? La finirò io. Abbia pure cento, mille diavoli nell’anima, finalmente è di carne e d’ossa anch’egli.”

“No, no, per amor del cielo.....!” cominciò Lucia: ma il pianto le troncò la voce.

“Non son discorsi da fare nè anche per baia,” ripigliò Agnese.

“Per baia?” gridò Renzo, fermandosi ritto in faccia ad Agnese seduta, e piantandole in faccia due occhi stralunati. “Per baia! vedrete se sarà baia.”

“Oh Renzo!” disse Lucia a stento fra i singhiozzi, “non vi ho mai veduto così.”

“Non dite di queste cose, per amor del cielo,” ripigliò ancora in fretta Agnese, bassando la voce. “Non vi ricordate quante braccia egli tiene ai suoi comandi? E ancor che....... Dio liberi!...... contra i poveri c’è sempre giustizia.”

“La farò io la giustizia, io! È ormai tempo. La cosa non è facile: lo so anch’io. E’ si guarda bene il cane assassino: sa come sta: ma non importa. Pazienza, e risoluzione... e il momento arriva. Sì, la farò io la giustizia: lo libererò io il paese: Quanta gente mi benedirà....! E poi in quattro salti....!”

T. I. 12