Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
14 |
si aspettava, e che non avrebbe voluto vedere. Due uomini stavano l’uno rimpetto all’altro al confluente, per dir così, dei due viottoli: l’uno di costoro a cavalcioni sul muricciuolo basso, con una gamba spenzolata al di fuori, e l’altro piede posato sul terreno della via; il compagno in piedi, appoggiato al muro, colle braccia incrocicchiate sul petto. L’abito, il portamento, e quello che dal luogo ov’era giunto il curato si poteva discernere dall’aspetto, non lasciavano dubbio intorno alla loro condizione. Avevano entrambi intorno al capo una reticella verde, che cadeva sull’omero sinistro terminata in un gran fiocco, e dalla quale usciva sulla fronte un enorme ciuffo: due lunghi mustacchi inanellati alle estremità: il lembo del farsetto chiuso in una cintura lucida di cuoio, e a quella appese con uncini due pistole: un picciolo corno ripieno di polvere, cascante sul petto, come un vezzo: alla parte destra delle larghe e gonfie brache, una taschetta donde usciva un manico di coltellaccio: uno spadone pendente dal lato manco, con una grande elsa traforata a lamine d’ottone congegnate in cifra, forbite e lucenti: a prima vista si davano a conoscere per individui della specie dei bravi.
Questa specie, ora del tutto perduta, era allora floridissima in Lombardia, e già molto