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“Domani.....”

“Bene.”

“Sulla bass’ora.....”

“Benone.”

“Ma!.....” disse Renzo, mettendo ancora l’indice sulle labbra.

“Poh!.....” rispose Tonio, piegando il capo sulla spalla destra, e levando la sinistra mano, con un atto del volto che diceva: mi fai torto.

“Ma se tua moglie ti dimanda, come senza dubbio ti dimanderà.....”

“Di bugie, sono in debito io con mia moglie, e tanto tanto, che non so se arriverò mai a saldare il conto. Qualche pastocchia troverò, da metterle il cuore in pace.”

“Domattina,” disse Renzo, “ci accorderemo meglio, per fare andare la cosa pulito.”

Con questo uscirono dall’osteria, Tonio avviandosi a casa e studiando la fandonia che racconterebbe alle donne, e Renzo a render conto dei concerti presi.

In questo mezzo Agnese s’era affaticata invano a persuadere la figlia. Questa andava ad ogni ragione opponendo or l’una, or l’altra parte del suo dilemma: o la cosa è cattiva, e non si vuol farla; o non è, e perchè non comunicarla al padre Cristoforo?